come definire che cos’è l’intelligenza?
Definire l’intelligenza è un compito arduo, poiché assume significati diversi a seconda dei contesti culturali e teorici. Etimologicamente, il termine intelligenza deriva dal latino, composto dal prefisso « inter- » che significa « tra » e dal verbo « legere » che significa « discernere », « sciogliere » o « comprendere ». Nel mondo della filosofia, l’intelligenza è spesso contrapposta all’istinto, poiché è sinonimo di ragionamento e riflessione. Empiricamente, l’intelligenza può essere percepita come la capacità di un essere vivente di adattarsi al proprio ambiente, di comprendere e risolvere i problemi che si presentano. Essa è multidimensionale, includendo aspetti relazionali, pratici, creativi, corporei ed emotivi, e non si esercita in un’unica direzione.
definizioni differenti
Dall’Antichità fino ai giorni nostri, psicologi e ricercatori hanno cercato di comprendere che cosa sia l’intelligenza. Jean Piaget, celebre psicologo dello sviluppo infantile, proponeva che l’intelligenza evolvesse dal concreto all’astratto, e affermava che «l’intelligenza non è ciò che si sa, ma ciò che si fa quando non si sa». Oggi, alcune teorie mettono in discussione questa idea di una progressione a salti, in favore di una visione più evolutiva che considera l’intelligenza come una progressione lenta, segnata da pause, regressioni e tentativi. D’altro canto, Spearman, uno psicologo britannico, sosteneva l’idea di un’intelligenza generale, una capacità unica che comprende l’acquisizione delle conoscenze, il ragionamento e la risoluzione dei problemi, tutte collegate da ciò che chiamava il fattore G. David Wechsler, creatore dei celebri test WISC e WAIS, definiva invece l’intelligenza come la capacità di compiere azioni guidate da obiettivi, di ragionare in modo realistico e di interagire efficacemente con l’ambiente. All’opposto, Howard Gardner difende l’esistenza di molteplici intelligenze o abilità, che non sarebbero tutte integrate nel concetto di un’intelligenza generale. In questo contesto, è utile considerare anche strumenti pratici come un test qi online per ottenere una prima valutazione orientativa.

- Intelligenza generale
- Intelligenze multiple
- Fattore G
le scale di intelligenza di Wechsler
Nel 1939, il Wechsler-Bellevue vide la luce come la prima scala standardizzata di intelligenza, specificamente concepita per adulti. Questo test teneva conto dell’evoluzione delle performance intellettive legata all’invecchiamento. Dopo il suo successo, Wechsler pubblicò una revisione nota con il nome di WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale) nel 1950, destinata a individui di oltre 16 anni. Nel 1949, creò il WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children) per bambini dai 6 ai 16 anni. Poi, nel 1967, ideò il WPPSI (Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence) per i bambini più piccoli, dimostrando una volontà costante di aggiornare i suoi strumenti nel tempo.
il concetto di Quoziente Intellettivo o QI
Il Quoziente Intellettivo (QI) è un indicatore, ottenuto tramite un test psicometrico, che cerca di offrire una valutazione quantitativa standardizzata dell’intelligenza. Il QI colloca l’individuo rispetto a una media rappresentativa. Sebbene il QI possa fornire una misura dell’intelligenza generale, è spesso criticato per la sua incapacità di racchiudere le varie sfumature dell’intelligenza, che dipendono tra l’altro dalle variazioni socio-culturali e dalle diverse approcci teoriche. I risultati di un test di QI devono essere interpretati con prudenza e considerati come complemento a osservazioni cliniche e ad altre valutazioni psicologiche svolte da un professionista, al fine di delineare un quadro più completo dell’intelligenza dell’individuo testato.
presentazione del WISC V
Il WISC V, quinta edizione e revisione più recente del test, riflette i cambiamenti nei criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5) dell’Associazione Psichiatrica Americana. Questa versione aggiornata mira a meglio allinearsi con le più recenti scoperte e metodologie utilizzate nella valutazione dell’intelligenza.
la struttura del WISC V
svolgimento della valutazione psicologica
Un primo colloquio per conoscersi: Una valutazione psicologica comincia generalmente con un colloquio con il bambino e i suoi genitori. Questo dialogo permette di raccogliere l’anamnesi, identificare la problematica, verificare la pertinenza della valutazione e selezionare gli strumenti di valutazione appropriati.
Il momento della somministrazione vera e propria: Nella fase seguente, il bambino svolge il test con lo psicologo. Per il WISC V, i cinque principali subtest sono utilizzati per calcolare il Quoziente Intellettivo Totale, che si riferisce all’intelligenza generale (fattore G). Questi test valutano vari aspetti cognitivi, come la comprensione verbale, la memoria di lavoro, il ragionamento, le capacità visuo-spaziali e la velocità di elaborazione. In base alla situazione del bambino, possono essere aggiunti altri subtest e test complementari, come test di personalità, per affinare l’analisi. Tra questi strumenti troviamo il test del Patte-Noire, il CAT o il TAT per gli adolescenti, il test di Rorschach, la Figura di Rey e il disegno dell’Omino.
La redazione del rapporto, il colloquio di restituzione: Dopo l’analisi dei risultati, lo psicologo redige un rapporto completo, che comprende sia un’analisi quantitativa sia qualitativa. La fase di restituzione, realizzata con il bambino e i suoi genitori, spiega i risultati e propone piste di sviluppo personalizzate, evidenziando sia i punti di forza sia quelli di debolezza. Con il consenso dei genitori, il rapporto può essere trasmesso ai professionisti che seguono il bambino (scuola, terapisti, ecc.) per aiutare a personalizzare il supporto e adattare strategie educative o terapeutiche.
letture per approfondire l’argomento
Per chi è interessato ad approfondire la comprensione dei test di efficienza intellettiva nei bambini, diversi testi specializzati offrono analisi dettagliate. Tra questi figurano opere sulle Matrici progressive di Raven (1938), le Scale differenziali di efficienza intellettiva di Perron-Borelli, il WISC-IV, il KABC-II, la Figura complessa di Rey e la Nuova Scala Metrica dell’Intelligenza, n° 2 (NEMI-2). Queste letture permettono di esplorare la struttura e i contenuti dei test così come le condizioni di somministrazione necessarie per garantire una relazione non minacciosa tra il bambino e l’esaminatore.

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